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Commenti al testo di Laura Turra
Come sottovoce

Sei nella sezione Commenti
 

 Gil - 08/10/2018 20:24:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Sai, Laura, che quella "dolorosa fitta" l’ho provata anch’io? Accade sempre quando si avverte in sé la distanza incolmabile tra il desiderio dell’amata e il suo raggiungimento; è l’anelito all’unione più alta e profonda di due anime reciprocamente innamorate l’una dell’altra.
Mai sarà pessimo il tuo italiano, ché vola alta la parola nel cielo della tua anima.

 Laura Turra - 08/10/2018 19:46:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Scusa l’errore. Leggi “ogni tua visita”.
Il correttore automatico è una maledizione...

 Laura Turra - 08/10/2018 19:44:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Carissima Rosa, grazie, ogni tua viso è per me sempre un vero piacere.
Un abbraccio

 Rosa Maria Cantatore - 08/10/2018 18:46:00 [ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]

intollerabilità di una perdita, già, già...
Come sempre, tocchi corde intime, con un fare lieve e profondo, al tempo stesso.
Ciao, Laura.

 Laura Turra - 08/10/2018 11:21:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Mi rendo conto di aver scritto in un italiano pessimo e mi scuso.
Forse sarebbe meglio: […] che a questo bene io vorrei solo esser data.
Ciao Gil!

 Laura Turra - 08/10/2018 10:12:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Sai Gil, è che a volte si sente così fitto il dolore per una bellezza, per un bene che si perde (l’alba, la luce, i colori delle foglie, l’amore) che a questo bene tu vorresti solo esser data.
Grazie Gil, per la tua vicinanza di pensiero e per l’affetto dei tuoi commenti. Un grande abbraccio, sempre

 Gil - 08/10/2018 05:39:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Com’è bella, Laura! E lo è dal titolo alla chiusa, con quella domanda finale che sembra un timido sussurro, appunto "come sottovoce", mentre invero è un grido ardente d’amore; sì, perché il tempo non ci aspetta, prosegue la sua inarrestabile corsa senza di noi, l’autunno è in ciò eloquente, immagine plastica, grande insegnamento in metafora: siamo noi quelle "foglie d’ottobre", noi, che abbiamo amato la mite primavera e la lussureggiante estate, noi che vediamo declinarsi il tempo verso la stagione dei morti, allora prepotente ci nasce spontaneo nell’anima quel grido che appare una protesta: "Ci saremo detti abbastanza che ci amiamo?". E fortunato colui cui queste parole rivolge la donna amata, parole che segnano dell’amato l’anima ed il cuore, e lasciano brividi sulla pelle.
Un’altra delle tue stupende poesie.

Dev.mo, ti abbraccio forte